Tortellini in brodo e panettoni; a Bologna si festeggia diversamente la giornata di Santo Stefano, tutti in campo al Renato Dall’Ara. Abitudine estranea al calcio italiano, giocare mentre si scartano i regali. Per noi sì, è una cosa bislacca, ma in Premier League non ci trovano nulla di strano perché se il mondo è seduto intorno a tavole imbandite, gli inglesi non hanno mai fatto caso alle festività con religioso “dolce far niente”.

Dopo il solito preambolo che non si sa dove arriva, si chiude definitivamente la questione Natale con i suoi “a te e famiglia”.
Ma Bologna avrà messo fine al periodo nero della Lazio?
Chiariamoci, non navigavamo nell’abbondanza, nonostante i pareggiotti e le sconfitte, eravamo rimasti quinti in classifica.
Però ci lamentavano, il popolo del web insorgeva contro squadra, allenatore e società, sì, eravamo sempre quinti ma lo eravamo per la pochezza delle altre in un campionato che vede le prime 3 sull’Olimpo e quelle che vengono dopo.

Due vittorie e lo stop del Milan ci hanno fatto balzare al quarto posto.
La tranquillità però non è di casa, basta una piccola distrazione e si cade. No, la tranquillità non è di casa e nessuno prevede mai un’ottima annata.

Sotto la cenere ribolle un malessere accantonato, che ha accompagnato i ragazzi di Simone Inzaghi a Bologna. Santo Stefano con i tuoi, l’incubo dell’indulgenza di Simone verso il fratello Pippo a rischio esonero, l’incubo del 3-5-2.
Mormorio, borbottio, sintomo della malattia: una Lazio abituata a volare a mezz’aria.

Al Renato Dall’Ara però, i biancocelesti hanno avuto il coraggio delle idee, poi ricominceremo ad azzannarci gli uni con gli altri, ma un brindisi festivo ce lo possiamo anche concedere.
“Grande con le piccole e piccola con le grandi”, ma 3 punti son 3 punti e non importa da dove questi siano arrivati.

La Lazio allunga sulla zona Champions League, ha affossato sempre di più il Bologna in crisi da allarme retrocessione, Santo Stefano in famiglia e Simone dà la stoccata a Pippo.
Notiziona del giorno; per la seconda volta il tecnico capitolino ha buttato via il 3-5-2!
La difesa è rimasta a 3, ma abbiamo capito che puoi levare il mantra all’uomo, ma non l’uomo dal mantra.

Luiz Felipe e Senad Lulic fanno piatto pieno, il minimo sindacale qualcuno direbbe, ma i laziali hanno saputo gestire il match e non solo fare il solletico ai rossoblù.

Prima sfida per i due fratelli in Serie A dalle panchine, fuori i due pezzi grossi: Palacio per il Bologna ed Immobile per la Lazio. Dentro gli improbabili Okwonko (Bologna) e Felipao Caicedo per i biancocelesti. Scelte poco azzeccate e per veder tornare i veri titolari bisognerà aspettare un pò.

I padroni di casa si sono mossi con prudenza, qualcosa di buono sono riusciti a produrre, ma tutto crolla come un castello di sabbia in riva al mare col calcio d’angolo di Alberto al 30′ e l’arrivo del rapace Luiz Felipe.
Dopo Acerbi anche Ramos…. diciamo una difesa al quanto d’assalto!

Un finale trotterellino trotterellando, tutta gestione ed aiutato dal Bologna agevole, poco offensivo, Lulic insacca il raddoppio, ancora una volta su calcio d’angolo.

Oh, PS , ieri era il 26 e chi ha segnato?
Lulic!
Lo vedete che al 26 Lulic proprio non resiste! (Segue emoji con grasso sorriso)

 

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